Valentino Rossi giudica FIM su Marc Marquez: Non dovrebbe unirsi a Lenovo e ha ricevuto una penalità per aver infranto le rigide regole di trasferimento della MotoGP.

In un colpo di scena che farebbe sembrare innocua una soap opera, il nove volte campione del mondo Valentino Rossi si è autoproclamato giudice e giuria del mercato dei trasferimenti della MotoGP. Il suo verdetto? Marc Marquez non dovrebbe osare mettere piede nel garage della Lenovo Ducati. Per quello ? Sembra che Rossi abbia una nuova attività parallela che gli serve da bussola morale in MotoGP.

La saga è iniziata quando le voci su un possibile passaggio di Marquez alla Lenovo Ducati hanno cominciato a fare notizia. Invece di applaudire la mossa strategica, Rossi si è gettato nella mischia, sottolineando l’audacia delle aspirazioni di Marquez. Rossi sostiene che questa mossa infrange le regole non scritte della MotoGP sulla “lealtà del pilota”, un concetto che chiaramente esiste solo nel suo repertorio personale.

Ma aspetta, c’è di più! Rossi non si è limitato a esprimere la sua disapprovazione. Si dice che il “Dottore” abbia espresso le sue preoccupazioni direttamente alla FIM (Federazione Internazionale di Motociclismo), esortandola a sanzionare Marquez per aver preso in considerazione un trasferimento che, nel mondo di Rossi, è un peccato capitale. Una punizione per cosa esattamente? Per aver infranto le rigide regole sui trasferimenti della MotoGP, di cui, tra l’altro, nessun altro sembra essere a conoscenza.

Ironicamente, queste parole provengono dall’uomo che un tempo passava da Yamaha a Ducati e ancora a Yamaha senza battere ciglio. Forse le regole valgono solo quando qualcun altro cambia squadra?
Per gettare benzina sul fuoco, Rossi ha ipotizzato che la mossa di Marquez potrebbe destabilizzare l’ecosistema, già “delicato”, della MotoGP. Oh, che dramma! Come se la MotoGP fosse una fragile bolla di sapone pronta a scoppiare se Marquez osasse far girare su di giri il motore della Ducati.
Naturalmente, fan e addetti ai lavori sono perplessi sul nuovo ruolo di Rossi come poliziotto dei trasferimenti della MotoGP. Potrebbe trattarsi di un tentativo subdolo di restare in gioco in uno sport che si è evoluto senza di lui? Oppure è una frecciatina scherzosa al suo rivale di lunga data Marquez, a dimostrazione del fatto che anche le leggende in pensione possono ancora proiettare la loro ombra con finezza?
Qualunque siano le intenzioni di Rossi, una cosa è certa: questo dramma della MotoGP ha riservato più colpi di scena di una stretta chicane. Mentre Marquez si prepara per la sua prossima sfida, Rossi continua a intrattenere il paddock, senza la moto.