Il mondo del tennis sta scuotendo le notizie trapelate da un presunto “rapporto esclusivo” secondo il quale Jasmine Paolini è risultato positivo per una sostanza proibita durante un test antidoping effettuato poco dopo la sua storica vittoria all’Open italiano del 2025. La notizia, non ancora ufficialmente confermata dalle autorità sportive, ha immediatamente suscitato una tempesta di reazioni contrastanti tra fan, media e addetti ai media.

Secondo il dossier confidenziale, che ha circolato nelle ultime ore tra alcuni cerchi vicini al circuito WTA, Paolini è stato sottoposto a un test di routine immediatamente dopo aver sollevato il trofeo a Roma. Secondo quanto riferito, i risultati hanno evidenziato la presenza di una sostanza proibita, il cui nome non è stato ancora rivelato. Secondo quanto riferito, il documento parla di “elementi compatibili con un agente metabolico proibito”, ma attualmente non vi è alcuna conferma ufficiale da parte dell’ITIA (International Tennis Integrity Agency) o della WADA (agenzia mondiale antidoping).
Immediatamente dopo la notizia, i social network sono esplosi. Molti utenti italiani hanno pianto la cospirazione, sostenendo che si trattava di un tentativo deliberato di screditare Paolini al culmine della sua carriera, poco prima di un colpo chiave come Roland Garros. “È troppo facile attaccarla ora che è una delle preferite”, si legge in molti commenti. Alcuni giornalisti sportivi hanno sollecitato cautela, sottolineando la necessità di attendere la conferma ufficiale e ricordando che la presenza iniziale di una sola sostanza non implica automaticamente la colpa.
Jasmine Paolini è sempre stato considerato un atleta esemplare, tutt’altro che scandali e apprezzato per la sua equità e dedizione. La sua crescita negli ultimi anni è stata costante, culminando nella vittoria a Roma che l’ha proiettata tra i primi dieci giocatori del mondo. “È assurdo pensare che in questo momento stia rischiando tutto con un collegamento”, ha detto un ex allenatore sul circuito WTA. “Conoscendo il gelsomino, mi sembra inconcepibile.”
Né la Federazione del tennis italiana né la squadra di Paolini hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla questione. Anche l’ITIA, contattata da vari media, ha semplicemente affermato che “non commenta alcuna indagine in corso”. Questo silenzio, sebbene comprensibile in un contesto legale, ha solo alimentato ulteriori sospetti e teorie della cospirazione.
Secondo alcune fonti vicine all’entourage del giocatore, il rilascio del rapporto potrebbe non essere stato accidentale. “Qualcuno non vuole che Jasmine arrivi a Roland Garros con Serenity”, ha detto una persona anonima del suo staff. “Questo è un tentativo orchestrato di destabilizzare psicologicamente e distogliere l’attenzione dal suo valore sportivo.” L’ipotesi di una “manovra esterna” non è nuova nel tennis, uno sport in cui la pressione psicologica e dei media può influenzare profondamente le prestazioni sul campo.
Se la positività dovesse essere confermata dalle analisi successive (il cosiddetto test B), Paolini rischiare una sospensione temporanea, proprio nel momento più cruciale della stagione. Tuttavia, sarà essenziale comprendere la natura della sostanza e del contesto: se, ad esempio, contaminazione involontaria o uso terapeutico, le sanzioni potrebbero variare drasticamente.
In un clima già teso in vista di Roland Garros, l’accusa contro Jasmine Paolini rappresenta una ferita aperta per il tennis italiano. Tuttavia, fino a dimostrazione diversamente, ogni atleta ha il diritto alla presunzione di innocenza. La speranza di molti è che la verità emergerà rapidamente, qualunque essa sia e che il sospetto non verrà usato come arma per distruggere la carriera di un atleta che le ha sempre dato tutto per questo sport.