J.K. Rowling è di nuovo al centro di una tempesta mediatica, questa volta per la sua risposta schietta a una controversia che coinvolge un’allenatrice di football transgender. L’ autrice di Harry Potter , nota per le sue opinioni schiette sull’identità di genere, ha risposto al fuoco dopo essere stata accusata di aver “bullizzato” l’allenatore sui social media.
Il clamore è scoppiato quando la Rowling ha commentato una notizia che riguardava una donna transgender, in precedenza biologicamente maschio, nominata allenatrice di una squadra giovanile di calcio femminile nel Regno Unito. I critici hanno applaudito l’inclusione dell’allenatrice, ma la Rowling si è rivolta a X (ex Twitter) per esprimere la sua preoccupazione.
“Non è una donna”, ha scritto la Rowling in un post diventato virale. “È un omone di mezza età in tuta che urla alle ragazzine. Questa non è inclusione. È misoginia in un fischietto”.
Il suo post ha scatenato l’immediata reazione dei gruppi di difesa LGBTQ+ e di personaggi pubblici che l’hanno accusata di perpetuare l’odio e di mettere in pericolo la comunità trans. L’allenatrice, che non è stata nominata nella stampa per motivi di privacy, ha rilasciato una breve dichiarazione in cui afferma: “Sono qui per aiutare i giovani giocatori ad avere successo e non mi lascerò scoraggiare dagli attacchi online”.
Ma la Rowling ha raddoppiato gli sforzi.
“Non mi scuserò per aver difeso i diritti e la sicurezza di donne e ragazze”, ha dichiarato in una dichiarazione successiva. “Definire questo ‘bullismo’ è un pigro tentativo di mettere a tacere il dissenso. Se dire la verità mette le persone a disagio, così sia”.
I sostenitori di Rowling sostengono che stia sollevando legittime preoccupazioni sulla salvaguardia degli spazi riservati alle donne negli ambienti sportivi e giovanili. I detrattori, tuttavia, vedono i suoi commenti come parte di un più ampio schema di transfobia, sottolineando le sue ripetute critiche all’inclusione trans negli ultimi anni.
La controversia ha riacceso il dibattito sempre più acceso sull’identità di genere nello sport, in particolare quando coinvolge minorenni, e sulla questione se il sesso biologico debba determinare l’idoneità a ruoli come quello di allenatore o agonista.
Mentre la polvere continua a muoversi online, la Rowling non si preoccupa.
“Mi hanno chiamata peggiore ma migliore”, ha twittato mercoledì sera, accompagnandolo con un’emoji che fa l’occhiolino.
Che sia considerata una difensore dei diritti delle donne o un’istigatrice di divisioni culturali, la Rowling ha ricordato ancora una volta al mondo che non ha intenzione di arrendersi tanto presto.