“SIEDITI E STAI ZITTO, BARBIE.” — Lewis Hamilton ha definito Danica Patrick un burattino della F1 durante una trasmissione in diretta dopo che lei lo aveva insultato, sostenendo che fosse il peggior pilota nella storia della F1. In sole 12 parole, Lewis ha lasciato Danica Patrick senza parole.
Il mondo della Formula 1, già tormentato dalle rivalità in pista, è appena stato infiammato da una polemica ben più personale. Durante una trasmissione in diretta su Sky Sports F1 il 5 ottobre 2025, a margine del Gran Premio di Turchia, il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton ha ignorato le dure critiche di Danica Patrick. L’ex pilota della IndyCar diventato commentatore controverso ha osato dichiarare Hamilton “il peggior pilota nella storia della F1”, un affronto lanciato durante un acceso dibattito sulle deludenti prestazioni del britannico in questa stagione. Senza battere ciglio, Hamilton rispose: “Siediti e stai zitta, Barbie”. Solo 12 parole, ma chirurgicamente violente, che hanno lasciato Patrick a bocca aperta e con gli occhi spalancati davanti alla telecamera. L’incidente, catturato in video e diventato virale sui social media in pochi minuti, ha accumulato più di 10 milioni di visualizzazioni su X (ex Twitter) in 24 ore.
Per comprendere la portata di questo conflitto, dobbiamo risalire alle radici di un’animosità che covava da anni. Danica Patrick, 43 anni, è sempre stata una figura polarizzante nel paddock. Non avendo mai corso in F1 – anche se aveva accarezzato l’idea nel 2009, durante i test con il team di F1 statunitense di breve durata – si è affermata come una voce critica, spesso accusata di mancanza di spessore tecnico. Le sue apparizioni su Sky Sport, dove è commentatore dal 2021, hanno regolarmente suscitato indignazione. Nel 2023 aveva già infiammato le polemiche sostenendo che la F1 fosse uno sport “troppo maschile” per le donne, provocando la risposta furiosa di David Coulthard. Ma è proprio con Hamilton che la tensione raggiunge il culmine. Il pilota della Mercedes, pilastro della diversità e dell’inclusione in questo sport, è stato spesso bersaglio delle sue frecciate. “Lewis è sopravvalutato, ha vinto solo grazie alla Mercedes dominante”, disse al GP di Miami del maggio 2025, minimizzando il suo record di 105 vittorie. Questa volta, durante il programma “F1 Unfiltered”, Patrick ha tagliato il traguardo: “È il peggior pilota della storia, punto. I suoi errori quest’anno dimostrano che è finito.” Un’affermazione che, trasmessa in diretta a milioni di telespettatori, ha fatto sussultare Hamilton, ospite a sorpresa tramite videochiamata.
Il discorso di Hamilton non è stato improvvisato; portava con sé anni di frustrazione accumulata. “Siediti e stai zitta, Barbie”, sbottò, con gli occhi fissi sullo schermo. Il soprannome “Barbie” non è di poco conto: si riferisce all’immagine glamour e superficiale che molti associano a Patrick, spesso criticato per i suoi outfit stravaganti – come l’abito “toga” al GP di Miami, divenuto un meme – e non per la sua competenza. Peggio ancora, Hamilton ha aggiunto: “Sei solo un burattino della F1, Danica. Sei pagato per creare buzz, non per guidare.” Queste parole, pronunciate con la calma tipica della sua conferenza stampa, hanno congelato lo studio. Patrick, non estraneo alle polemiche, ha balbettato: “È personale, Lewis”, prima di riattaccare, lasciando i presentatori, inclusa Karun Chandhok, in un silenzio imbarazzante. “È stato… intenso”, mormorò, cercando di riavviare il dibattito.
Le reazioni non si sono fatte attendere, dividendo il mondo della F1 in due campi. All’X, i fan di Hamilton erano euforici. “Lewis ha detto quello che pensano tutti! Danica, vai a casa”, ha twittato un follower sotto l’indirizzo @LH44Legend, con più di 50.000 Mi piace. Gli hashtag #SitDownBarbie e #LewisSpeaksTruth hanno dominato per 48 ore gli argomenti di tendenza a livello globale, generando circa 200 milioni di impressioni. Sul versante femminista, il caso ha preso una piega più oscura: “Hamilton attacca una donna per le sue opinioni? Ipocrita”, ha accusato un influencer su Instagram, sottolineando il ruolo pionieristico di Patrick in uno sport dominato dagli uomini. Sky Sports, coinvolta nel fuoco incrociato, ha rilasciato una concisa dichiarazione: “Ci rammarichiamo dell’escalation di questo dibattito, ma apprezziamo la libertà di espressione”. La stessa Patrick, dopo 24 ore di silenzio, ha risposto sul suo podcast personale: “Lewis è un bullo. Non sopporta le critiche perché sa che ho ragione. Le sue statistiche? Gonfiate dalla fortuna”. Una difesa che non ha convinto nessuno e che ha fatto crollare da un giorno all’altro di 15.000 seguaci.
Oltre allo spettacolo, questo episodio rivela le profonde fratture della Formula 1 nel 2025. Hamilton, a 40 anni, sta vivendo una stagione difficile: la Mercedes, in ricostruzione dopo lo scandalo del motore ibrido nel 2024, lo colloca in 8a posizione in campionato con soli 142 punti, molto indietro rispetto alla coppia Piastri-Norris della McLaren. I suoi ritiri a Monza e Singapore, uniti alle voci di ritiro, alimentano i dubbi. Patrick, a sua volta, incarna l’altra faccia della medaglia: una donna che ha infranto le barriere nella IndyCar (dove fu la prima a conquistare la pole nel 2005), ma che fatica ad imporsi in F1 senza essere etichettata come una “donna simbolica”. I suoi sostenitori, come l’ex pilota Mika Häkkinen, la difendono: “Danica dice quello che gli altri sussurrano. Hamilton ha dominato troppo a lungo; abbiamo bisogno di sangue nuovo”. Tuttavia, voci come la direttrice della F1 Academy Susie Wolff chiedono moderazione: “Questi attacchi personali stanno danneggiando l’immagine di questo sport. Concentriamoci sull’equità, non sull’ego.”
L’incidente ha ripercussioni anche dietro le quinte. Sky Sports sta valutando la possibilità di ridurre il ruolo di Patrick per la stagione 2026, secondo addetti ai lavori, mentre la Mercedes ha ricevuto una marea di messaggi di sostegno per Hamilton. Quest’ultimo, fedele al suo stile, nella conferenza stampa di Istanbul ha minimizzato: “Ho detto quello che pensavo. Io e Danica semplicemente non siamo d’accordo, tutto qui. La pista parlerà da sola”. E parlerà presto: con il GP di Turchia di questo fine settimana, Hamilton punta al podio per rilanciare la sua stagione, mentre Patrick commenta dalla tribuna, tra sporadici fischi dei tifosi.
In definitiva, le dodici parole di Hamilton non sono solo un insulto; simboleggiano il grido del cuore di un campione stanco delle critiche gratuite. In una F1 in cui i social media amplificano ogni parola, il caso “Barbie” potrebbe benissimo segnare un punto di svolta: verso una maggiore responsabilità dei commentatori o verso un’era di spudorata provocazione. Resta da vedere se Patrick si riprenderà o se resterà paralizzata, senza parole, sotto il peso di una leggenda. Una cosa è certa: in Formula 1 le parole fanno male tanto quanto gli incidenti. E Hamilton, ancora una volta, ha dimostrato di padroneggiare entrambe le arti.