Negli ultimi anni, Hamilton è stato spesso al centro di dibattiti sociali e politici, usando la sua visibilità per sostenere cause legate all’uguaglianza, ai diritti umani e alla diversità. Tuttavia, la sua recente decisione di non prendere parte all’evento “Pride Night” ha lasciato molti fan sorpresi e ha generato un acceso dibattito all’interno della comunità automobilistica.

Secondo fonti vicine al pilota, la sua scelta non deriva da mancanza di rispetto verso la comunità LGBTQ+, ma piuttosto da un desiderio di riportare l’attenzione sulle corse stesse. “Lewis crede che la Formula 1 debba restare uno sport basato sulle prestazioni e sulla passione per la velocità,” ha dichiarato un membro del suo team. “Rispetta ogni iniziativa inclusiva, ma non vuole che il messaggio dello sport venga politicizzato.”

L’annuncio ha diviso il pubblico. Alcuni fan hanno elogiato Hamilton per aver espresso apertamente la sua opinione, considerandolo un gesto di sincerità e libertà personale. “Non si tratta di essere contro qualcuno,” ha scritto un utente su X. “Si tratta di difendere l’essenza dello sport.” Altri, invece, hanno criticato la sua decisione, sostenendo che la sua assenza dall’evento rappresenta un passo indietro rispetto al suo impegno passato per l’inclusione.

Nel paddock, la reazione è stata mista. Alcuni piloti hanno evitato di commentare, mentre altri hanno espresso comprensione. Un veterano della F1 ha detto in modo anonimo: “Lewis ha sempre sostenuto ciò in cui crede, e questa non è un’eccezione. La sua voce conta, anche quando non tutti sono d’accordo.”
Intanto, i rappresentanti della Formula 1 hanno confermato che la “Pride Night” si terrà come previsto, sottolineando che la partecipazione dei piloti è facoltativa. “La F1 continuerà a promuovere l’inclusione e la diversità, ma senza imporre nulla a nessuno,” si legge nel comunicato ufficiale.
Hamilton, da parte sua, non sembra turbato dalle critiche. In un breve messaggio pubblicato sui social, ha scritto: “Rispetto tutti, ma credo che le corse debbano restare un luogo di passione, competizione e rispetto reciproco. Non tutto deve diventare un manifesto politico.”
La vicenda ha sollevato una questione più ampia sul ruolo degli sportivi nel discutere temi sociali e politici. Lewis Hamilton, che per anni è stato simbolo di coraggio e impegno fuori dalla pista, sembra ora voler tracciare una linea tra la sua identità di atleta e quella di attivista.
Che si condivida o meno la sua decisione, una cosa è certa: ancora una volta, Hamilton è riuscito a far parlare di sé, dimostrando che la vera forza di un campione non risiede solo nella velocità, ma anche nella capacità di difendere le proprie convinzioni — anche quando vanno controcorrente.





