Nel cuore del Messico, un recente ritrovamento archeologico ha riacceso il dibattito sull’esistenza di una possibile civiltà aliena che potrebbe aver influenzato le culture antiche. A partire dal 15 aprile 2025, un team di esploratori ha scoperto una serie di manufatti misteriosi in alcune grotte remote nei pressi di Taxco, Guerrero. Questi reperti, che includono pietre incise e oggetti metallici, raffigurano figure umanoidi con teste allungate, occhi ovali e ciò che molti interpretano come “astronavi”. La scoperta ha immediatamente attirato l’attenzione di ufologi, archeologi e del pubblico, sollevando domande sulla vera origine di queste antiche civiltà.
Le immagini incise sulle pietre mostrano figure che sembrano rappresentare esseri non terrestri, accanto a simboli che alcuni studiosi associano a culture pre-ispaniche, come pannocchie e antichi sovrani. Un manufatto in particolare, una pietra spezzata, sembra raffigurare un’astronave e un essere alieno che interagisce con un leader locale. Questi oggetti, soprannominati “Pietre del Primo Incontro”, sono stati realizzati in parte con metalli preziosi come oro e rame, e in parte con pietra, suggerendo una lavorazione avanzata per l’epoca. Secondo José Aguayo, uno degli esploratori coinvolti, questi reperti contraddicono la narrativa storica tradizionale, poiché sembrano suggerire un contatto diretto tra antiche culture messicane ed esseri extraterrestri migliaia di anni fa.
La scoperta ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, gli appassionati di teorie sugli antichi astronauti vedono nei manufatti la prova definitiva di un’influenza aliena. Sostengono che civiltà come i Maya e gli Aztechi, note per le loro conoscenze avanzate in astronomia e architettura, potrebbero aver ricevuto tecnologie o insegnamenti da visitatori extraterrestri. Ad esempio, siti come Teotihuacán, con la sua Piramide del Sole e gli allineamenti astronomici, sono spesso citati come evidenze di una conoscenza che supera le capacità dell’epoca. Inoltre, le Linee di Nazca in Perù, visibili solo dall’alto, vengono frequentemente associate a segnali per “dèi” provenienti dallo spazio, un’idea che si collega ai ritrovamenti messicani.
Dall’altro lato, la comunità scientifica rimane scettica. L’Istituto Nazionale di Antropologia e Storia (INAH) del Messico ha dichiarato che non può esprimersi ufficialmente sui reperti, poiché non si tratta di un’archeologia convenzionale. Esperti come Marco Montermini, archeologo e divulgatore, sottolineano l’importanza di un’analisi rigorosa prima di trarre conclusioni. Molti studiosi ritengono che le raffigurazioni possano essere simboliche o rituali, non letterali, e che le “astronavi” potrebbero essere interpretazioni errate di simboli culturali. Inoltre, non mancano le critiche: alcuni accusano i sostenitori della teoria aliena di sminuire le capacità delle antiche civiltà mesoamericane, attribuendo i loro successi a interventi esterni piuttosto che al loro ingegno.
Il dibattito si inserisce in un contesto più ampio di teorie sugli antichi astronauti, popolari sin dagli anni ‘60 grazie a figure come Erich von Däniken. Tuttavia, scoperte simili in passato, come le cosiddette “mummie di Nazca” presentate al Congresso messicano nel 2023, si sono rivelate frodi o manufatti umani modificati, alimentando il sospetto che anche questi nuovi reperti possano essere falsi. Nonostante ciò, la curiosità del pubblico rimane alta, e i social media sono esplosi con teorie e speculazioni, con hashtag come #CiviltàAlienaMessico che dominano le tendenze.
Mentre le analisi scientifiche procedono, il mistero delle grotte messicane continua a dividere opinioni. Che si tratti di prove di un contatto extraterrestre o di un’ulteriore testimonianza della ricchezza culturale delle civiltà pre-ispaniche, questa scoperta ci ricorda quanto il nostro passato sia ancora pieno di enigmi da svelare.
