Red Bull sostiene di aver pagato una fortuna per licenziare Checo Pérez
La Red Bull Racing sta affrontando un conto astronomico per aver licenziato Checo Pérez, che, dopo una campagna deludente, è stato rimosso dal team nonostante avesse un contratto fino al 2026. Helmut Marko, consigliere del team e abitualmente schietto nelle sue dichiarazioni, ha ammesso che il costo di questa decisione è stato enorme, sia a livello sportivo che finanziario.
“Siamo in Formula 1, quindi sì”, ha risposto Marko con un sorriso ironico quando gli è stato chiesto se la partenza di Pérez avesse comportato milioni di euro. Sebbene abbia evitato di fornire cifre esatte, il messicano aveva un contratto robusto alle spalle, rinegoziato in estate dopo un inizio di stagione con più ombre che luci.
La situazione è diventata insostenibile con l’avanzare della stagione. Perez, che l’anno scorso era secondo nel campionato del mondo e aveva vinto cinque gare con la Red Bull, questa volta non è riuscito a trovare il suo ritmo. Ha concluso la campagna a più di 280 punti dal suo compagno di squadra Max Verstappen, che è stato incoronato campione del mondo con un dominio schiacciante. Per la Red Bull, il contrasto non avrebbe potuto essere più aspro: sono passati dalla vittoria del titolo costruttori all’essere superati da Ferrari e McLaren, con quest’ultima che ha vinto il campionato a squadre.
La risoluzione del contratto di Perez è un doppio colpo finanziario. Da un lato, la Red Bull perde il succoso premio in denaro che accompagna il titolo costruttori. Dall’altro, ha dovuto aprire i portafogli per chiudere un accordo con Perez, che si trovava in una posizione vantaggiosa grazie alle condizioni del suo contratto. Secondo quanto riportato, le clausole di prestazione che avrebbero limitato l’impatto finanziario del suo licenziamento sono scomparse con il suo rinnovo.
“È un risultato accettabile per entrambe le parti se si prendono in considerazione i contratti” – Helmut Marko
Nonostante Marko abbia definito “assurde” alcune cifre pubblicate sulla stampa, ha ammesso che “si tratta di un risultato accettabile per entrambe le parti, se si tiene conto dei contratti”. Un modo diplomatico per dire che la Red Bull non aveva altra scelta che pagare una fortuna per liberarsi del messicano.
“Ha vinto cinque gare con noi ed è arrivato secondo nel campionato del mondo l’anno scorso. Ma non ha funzionato”, ha ammesso Marko a proposito del declino di Pérez nel 2024. “Continuava a sperare di ritrovare la sua forma migliore ancora e ancora. Poi si è reso conto che non poteva tornare indietro e che era meglio separarsi”, ha aggiunto il consulente austriaco.
Le critiche di Marko a Perez sono state una costante per tutta la stagione, aumentando la tensione all’interno del team. Sebbene la RB20 non sia stata l’auto più competitiva per gran parte dell’anno, la prestazione di Checo è scesa al di sotto delle aspettative più conservative. La sua incapacità di segnare punti chiave nel campionato costruttori, combinata con la sua scarsa prestazione in qualifica e in gara, ha segnato il suo destino.
Perez, che a 34 anni non avrà un posto in Formula 1 per il 2025, è fiducioso di restare vicino alla Formula 1. “Penso che abbia ancora speranze per la Formula 1, anche se ovviamente tutti i posti per l’anno prossimo sono prenotati”, ha detto Marko. “Se resta fuori per un anno, come pilota veterano ci possono sempre essere nuove opportunità per lui”.
La Red Bull, nel frattempo, sta iniziando un nuovo capitolo con un compagno di squadra diverso per Verstappen, nel tentativo di tornare sulla strada del successo nel 2025. Ma lo farà con uno dei conti più costosi della sua storia, sia per il licenziamento di Pérez, sia per il colpo morale e finanziario di un terzo posto nel campionato costruttori. Un’amara lezione che sottolinea come anche al vertice della Formula 1 le cattive decisioni possano costare una fortuna.