È bufera al Roland-Garros dopo le dure dichiarazioni rilasciate da Jasmine Paolini, che ha criticato pubblicamente il CEO del torneo francese in difesa del collega Jannik Sinner. L’atleta toscana, attualmente tra le protagoniste del tennis femminile internazionale, ha espresso senza mezzi termini la sua indignazione per quella che definisce una vera e propria campagna di “boicottaggio e isolamento” nei confronti del campione altoatesino.
Paolini ha rotto il silenzio dopo giorni di polemiche legate al trattamento riservato a Sinner da parte dell’organizzazione del torneo. In un’intervista trasmessa in diretta da una rete sportiva italiana, la tennista ha accusato il CEO del Roland-Garros di “indifferenza verso la salute mentale di Jannik”, aggiungendo che “in un momento così delicato, serviva empatia, non freddezza istituzionale”.

Secondo fonti vicine al team di Sinner, il tennista avrebbe attraversato una fase di forte stress psicologico durante il torneo, acuita da pressioni esterne e mancanza di supporto organizzativo. Jasmine Paolini ha confermato queste voci, sottolineando che il comportamento del CEO “non solo è stato insensibile, ma ha anche alimentato un clima tossico attorno a un ragazzo che ha sempre dato il massimo con professionalità e rispetto”.
La reazione del CEO del Roland-Garros non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, ha definito le parole della Paolini “esagerate e fuori contesto”, ma successivamente, in un momento inatteso, ha ammesso: “Forse avremmo potuto gestire meglio la situazione. Non vogliamo che nessun atleta si senta abbandonato”.
Questa parziale retromarcia ha generato reazioni miste. Se da un lato molti appassionati di tennis hanno apprezzato il coraggio di Paolini nel prendere posizione, dall’altro ha acceso un dibattito acceso sulla gestione psicologica degli atleti nei grandi eventi sportivi.
Sui social media, migliaia di utenti hanno sostenuto Paolini con hashtag come #SupportSinner e #GrazieJasmine, lodando il suo gesto come esempio di solidarietà tra colleghi. Alcuni commentatori sportivi hanno anche sottolineato come, in un’epoca in cui la salute mentale degli sportivi è finalmente al centro della discussione pubblica, certi comportamenti non siano più tollerabili.
Paolini ha poi concluso il suo intervento dicendo: “La forza di un torneo non si misura solo con la qualità del gioco, ma anche con il rispetto per chi lo rende possibile: gli atleti. Se perdiamo l’umanità, perdiamo tutto.”
Questo episodio ha acceso i riflettori su un tema cruciale nello sport moderno, e la voce coraggiosa di Jasmine Paolini ha dato il via a una conversazione che, si spera, porterà a cambiamenti concreti nelle politiche dei grandi tornei.