Un’esplosione mediatica sta scuotendo l’industria dell’intrattenimento: le star di Hollywood Jim Caviezel e Mel Gibson hanno rifiutato un progetto cinematografico da 500 milioni di dollari proposto da Netflix, denunciando apertamente quella che definiscono l’“agenda woke” del colosso dello streaming. La loro decisione ha scatenato un acceso dibattito sui confini tra arte, politica e libertà creativa.

Una Scelta Scioccante
Secondo fonti vicine, Netflix aveva offerto un progetto blockbuster con un budget colossale, destinato a diventare uno dei più grandi nella storia della piattaforma. Tuttavia, Caviezel e Gibson, noti per le loro posizioni conservatrici e per la franchezza nel criticare Hollywood, hanno declinato l’offerta. “Lavorare per voi significa servire l’agenda woke. Non ne faremo parte,” avrebbe dichiarato Caviezel, secondo quanto riportato da Esspots. Allo stesso modo, Gibson, già al centro di controversie per le sue posizioni contro l’élite di Hollywood, ha ribadito di non voler essere vincolato a progetti che antepongono la politica alla narrazione.
Entrambi gli attori non sono nuovi alle polemiche. Caviezel, celebre per il ruolo di Gesù in The Passion of the Christ (2004), diretto da Gibson, ha rivelato in passato di essere stato emarginato da Hollywood a causa di quel ruolo. Gibson, d’altra parte, con capolavori come Braveheart e Hacksaw Ridge, è da tempo una figura controversa per le sue opinioni conservatrici e le dichiarazioni pubbliche contro i valori progressisti. Il loro rifiuto di collaborare con Netflix è visto da molti come una dichiarazione audace contro la crescente “politicizzazione” dell’industria cinematografica.
L’Agenda Woke e Hollywood
Il termine “woke” è diventato un punto di scontro nel mondo dello spettacolo, con critici che lo associano a un’eccessiva attenzione a temi di giustizia sociale a scapito della creatività. Caviezel e Gibson hanno accusato Netflix di spingere narrazioni che, a loro avviso, soffocano la libertà artistica. “Vogliamo raccontare storie che uniscano, non che dividano,” ha detto Gibson in un’intervista recente, senza però specificare i dettagli del progetto rifiutato.
La notizia ha diviso l’opinione pubblica. Su X, i fan si sono espressi in modo contrastante: alcuni lodano i due attori per il loro coraggio nel prendere posizione, con commenti come “Finalmente qualcuno che dice no a Hollywood!”; altri, invece, li accusano di ostinarsi su posizioni retrograde, con un utente che ha scritto: “Rifiutare 500 milioni per un capriccio ideologico? È una follia.”
Un Futuro Incerto
Questa mossa segna un altro capitolo nella carriera controversa di Caviezel e Gibson, che continuano a lavorare su progetti indipendenti, spesso finanziati al di fuori dei grandi studi di Hollywood. The Passion of the Christ: Resurrection, un sequel del loro film di successo, è attualmente in fase di sviluppo, con Gibson alla regia e Caviezel protagonista. Il progetto, che si concentra sulla resurrezione di Cristo, è già oggetto di grande attesa tra i fan, ma anche di critiche da parte di chi lo considera divisivo.
Nel frattempo, Netflix non ha rilasciato commenti ufficiali sul rifiuto, ma fonti interne suggeriscono che la piattaforma stia cercando altri talenti per portare avanti il progetto. La decisione di Caviezel e Gibson, tuttavia, ha riacceso il dibattito su quanto l’industria cinematografica debba bilanciare creatività e messaggi sociali.
Mentre Hollywood osserva, una cosa è certa: la presa di posizione di Caviezel e Gibson ha mandato un segnale forte, dimostrando che, per alcuni, i principi valgono più di un assegno a nove zeri. Resta da vedere se la loro scelta ispirerà altri a seguire il loro esempio o se rimarrà un gesto isolato in un’industria sempre più polarizzata.